Per il primo anno anche la comunità di Montelupo ha organizzato il suo babyloss. Si è respirata un’atmosfera speciale a Montelupo, il 15 ottobre, quando per celebrare la giornata del lutto prenatale e perinatale, abbiamo coinvolto le famiglie tutte e la cittadinanza. L’intento era quello di poter affrontare questo tema cercando di andare oltre la coltre di dolore che solitamente offusca l’opinione pubblica quando si affrontano queste tematiche, permettendo alle persone di avvicinarsi e entrare in confidenza con un argomento ancora sconosciuto ai più. Il MMAB si è animato nel tardo pomeriggio con bambini, genitori e nonni che si sono divertiti con carta velina, cotone e pastelli, a decorare cuori e angeli che sono stati utilizzati per l’onda di luce, un cuore di candele e disegni che ha ricordato chi è volato via troppo presto. Durante l’onda di luce abbiamo poi lanciato palloncini, letto delle poesie che parlavano non solo del dolore ma anche dell’amore dei genitori, e poi chiuso questa intensa giornata con un aperitivo offerto dalla Misericordia e da un panificio di Montelupo.
Nella seconda parte della serata ci siamo incontrati al Villaggio di Toppile, centro che ospita minori dopo la scuola e punto di ritrovo per gli incontri con le famiglie; dopo una breve introduzione fatta da me e Eleonora sul lutto, sull’importanza della condivisione delle emozioni tra adulti e bambini e sull’associazione, abbiamo visto il docufilm, dopo il quale si è svolto il “dibattito”, il cuore vero dell’incontro, perché la maggior parte dei presenti ha voluto condividere la propria storia e dar voce al proprio dolore, in un clima di accettazione, non giudizio e ascolto empatico. La sensazione finale, condivisa con le persone presenti (anche un’ostetrica) è stata che insieme si può provare ad affrontare, si possono condividere le emozioni che alleggeriscono, anche per un solo attimo, un “bagaglio” che è troppo pesante portare da soli. La perdita di un figlio segna in modo indelebile il cammino delle famiglie che si trovano ad affrontare questa esperienza; nell’incontro si è cercato di dar voce a chi aveva qualcosa da dire su questo argomento e di stringere in un simbolico abbraccio tutti coloro che quotidianamente si trovano a fare i conti con questo dolore, per sentire che insieme “si può”.
Diletta e Eleonora